Il Museo dell’Infanzia non è un punto di arrivo, ma è un’idea in continua evoluzione …
Gli attori principali di questa trasformazione da museo di oggetti a museo di idee sono proprio i bambini che sono esperti nella propria esistenza e che sentono loro stessi cosa un museo dovrebbe dire circa la loro infanzia.
Il punto di partenza, ovvero l’aspetto più propriamente documentale, è certamente la nostra “auletta” in quanto luogo fisico in cui sono conservati tutta una serie di arredi, sussidi didattici e oggetti del tempo passato la cui valenza storico-culturale è ampiamente riconosciuta.
Attorno a questo originario nucleo espositivo si ricompone il nuovo Museo dell’Infanzia che, al giorno d’oggi, non è solo più una questione di oggetti esposti, ma deve necessariamente acquisire una funzione sociale, divenendo uno spazio aperto e collaborativo, un luogo di ricerca, di esperienze educative, di coinvolgimento di persone, di relazione con il territorio.
L’obiettivo è quindi quello di creare una vera e propria fabbrica di cultura capace di divenire “una porta di accesso ad un mondo”che consenta a chiunque di esplorare il tema dell’infanzia.
Lo strumento fondamentale per poter gestire questa nuova esperienza museale è il Progetto Reis: una specifica iniziativa didattica rivolta in particolar modo alle giovani generazioni e finalizzata ad una catalogazione metodologicamente corretta di tutti i beni della cultura locale da tempo pervenuti alla nostra Associazione e, nel contempo, mirata ad un lavoro di studio e ricerca sulle radici storico_culturali della nostra Comunità di appartenenza.
Pertanto il Museo dell’Infanzia deve essere considerato come un sistema educativo complesso centrato sui visitatori, specialmente più piccoli, che saranno coinvolti attivamente nel processo di conoscenza: la filosofia imperante è “far mettere le mani sulle cose” (hands-on), in modo da permettere a tutti di comprendere gli oggetti come se facessero parte della propria vita quotidiana.
L’unicità di questo museo è quindi data dalla sua storia, dai suoi obiettivi, dall’entusiasmo delle persone che accolgono, spiegano, mostrano, fanno ricerca, divulgano, si occupano di didattica … e, in ultima analisi, da quello che potremmo definire, dal suo stile!